Su testi sacri e di autori laici elaborati da Gianni Battaglia, che ne cura anche la regia, Gli Amici del Teatro di Chiaramonte Gulfi, storica Compagnia Iblea, che opera ininterrottamente dal 1969, metteranno in scena una rappresentazione sacra all’interno della Chiesa Madre del comune montano sabato 23 marzo, dal titolo: GESU’, il Dono piu’ Grande. Lavoro inedito, verrà messo in scena in prima e unica data, su proposta del Parroco Don Graziano Martorana e in coproduzione fra la Parrocchia Santa Maria La Nova e la stessa storica Compagnia, ben nota in Provincia per la sua effervescenza comica e le 30 tournee internazionali in ogni angolo del pianeta.
“Offerto alla comunità iblea in modo del tutto gratuito – afferma Sebastiano D’Angelo – è un allestimento teatrale sul tema della Passione e della Resurrectio, che si colloca come Evento fra i più fascinosi nel panorama del teatro sacro regionale e nazionale. Solitamente il tema della Passione, racconta il regista Gianni Battaglia, con le sue figure iconiche, è veicolato, in Sicilia e in Italia, su profili prevalentemente plastici, iconografici, tradizionalistici, volti più ad una platealità e plasticità della Pasqua, a temi interpretativi quasi esclusivamente folclorici, estetizzanti, dominati tutti, quasi sempre, da figure iconiche omogenee: soldatesche, scudi, armi, tanto sangue, prima ancora spesso che venir celebrato nei suoi altissimi contenuti religiosi, tematici, che la Chiesa veicola da sempre, a fianco, a supporto, della fascinosa figura del Cristo.
In questo allestimento invece – prosegue D’Angelo – Gianni Battaglia riporta, adattandoli per la scena, alcuni dei segmenti più alti dei quattro Vangeli, su tre momenti iconici che la vita e i messaggi religiosi di Gesù offrono e consegnano all’umanità: i suoi fascinosi e innovativi messaggi evangelici, la iconografica lacerante Crocifissione e infine l’avvolgente e risolutiva Resurrectio.
Il testo di Battaglia sublima questi tre momenti iconografici della vita di Gesù, evocati dai quattro Vangeli, arricchendoli, intrecciandoli, supportandoli anche, con segmenti dalla Grande Letteratura e dalla Grande Poesia universale: da Jacopone da Todi, Dante, Manzoni, fino ai contemporanei Davide Maria Turoldo, Karol Wojtyla, Susanna Tamaro, Corrado Augias, Vito Mancuso. E rivivono, raccontati e vivificati sulla scena, a fianco dei Profili iconici di Gesù e di Maria, anche figure parallele: un Testimone e, insieme a lui, anche Giovanni l’apostolo, Pietro, Pilato, la Maddalena, perfino Giuda, che tradisce Gesù spingendolo alla condanna. Elemento avvincente in questo teatro sacro è anche la varietà stilistica del testo di scena, modulato e riscritto anche su una molteplicità di linguaggi interpretativi: il dialogico, il narrativo, il declamato, l’enfatico, il colloquiale, e, a tratti, richiesto da specifiche sequenze sceniche, perfino il magniloquente. Questo evento scenico sulla vicenda umana e sulla Figura spirituale, esegetica, didascalica, di Gesù, ripropone, ancor più oggi, in questa società multietnica, quella fascinosa molteplicità di profili culturali, spirituali, umani, storici, che la figura del Cristo continua ad offrire, costantemente, alla nostra intera civiltà, pur nel trascorrere dei secoli. Una vicenda umana, morale, spirituale, esemplare, quella del Cristo! Questa rappresentazione degli Amici del Teatro – conclude Sebastiano D’Angelo – è impreziosita anche dalla musica di Giovanni Sciacco, dal suono dell’arpa di Alessandra Interlandi e dal canto di Cristina Catania. Un evento di teatro sacro: ibleo, siciliano… e, forse , nazionale, che arricchisce l’offerta di iniziative nella Pasqua degli Iblei”.
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